Nè del fero signor le gelosie
Potette alcuno racchetar fra tanti,
Fin che non seppe da color, che in volta
Ivano, ov’era l’infedel raccolta.560
Ed ei, che solo fra cotanti avea
In dispetto il Bey, ferocemente
Balzò di gioia, e nunzïar gli fea
Che il rivedria taluno al dì vegnente;
Il qual ne l’arme misurarsi ardea565
Col più giovine eroe de l’occidente,
E il cercheria fra le stess’ombre amene,
Ove Amor lo cingea d’auree catene.
Quando al Bey venne tremando il messo,
E del Pascià gli riferì l’intento,570
-«Ch’ei venga, ed ampio troverà l’ingresso!»-
Colui rispose con pacato accento.
Ma da pensier’ tumultuanti oppresso
Tutta notte vagò torbido e lento;
E cauto ad Ida si sottrasse, e scese575
Nel più folto del parco, e il dì vi attese.
Ma l’amorosa, che pendea dal caro
Volto rapita, vi notò la sera
Un tal sorriso cupamente amaro,
Che d’un leve dolor figlio non era.580
Onde appena gli albori in ciel tornaro,
Fuor da’ tappeti suoi balzò leggera,
E lo seguì tacendo infra le piante,
D’inquiete paure il cor tremante.