»Tu le speranze d’un perduto Eliso
A questo esul solingo in sen rimetti!
Tu, generosa creatura, il viso475
E gli occhi d’un errante angiol rifletti!
Così movea de le sue labbra il riso
Provocator di generosi affetti:
Parlami! Allor che tu favelli meco
La voce tua de la sua voce è l’eco!480
»Parlami amore! E mi vedrai sol vago
Di favellarti, ed adorando udirti:
Adorata sarai come l’imago
Del più leggiadro de’ celesti spirti.
Ma non curar di scendere nel lago485
Di questo cor: nulla potrei ridirti!
Del mio culto contenta esser tu dei,
Paventando l’arcan de’ giorni miei!
»Guai, se per lungo interrogar l’incanto
Di questa nuova illusïon cessasse!490
Guai, se cadesse questo prisma infranto,
Che un’altra volta a vaneggiar mi trasse!» —
Qui tacque: ed ella tremule di pianto
Levò le luci, e le ritenne basse;
E, i rosei labbri ad un sorriso aprendo,495
Dirgli parea: ti adorerò tacendo!
In quella estasi ardente ed insueta
Ella soltanto una parola intese,
Soltanto amor; nè la ragion segreta,
Di quell’amor, nè la virtù, comprese.500