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selim-bey 123

     Ma invan per lui riscintillando al giorno
     Venia da lunge il Bosforo azzurrino;310
     Invan pe’ colli e fra le curve sponde
     Mormoravan d’amor gli alberi e l’onde.

Intentamente ai radïanti liti
     La sua pallida fronte era conversa,
     Ma in pensier’ procellosi e indefiniti315
     Fremea la disdegnosa alma sommersa.
     Simile intanto al serafin, che i miti
     Sogni di un core giovanil traversa,
     Una, più che mortal, divina forma
     Rapida e muta gli venia su l’orma.320

Cadean profuse agli omeri di neve
     Le nere trecce a la ventura erranti,
     E distinta la fronte era d’un breve
     Serto di perle al nuovo sol raggianti:
     Un sinuoso vel candido e leve,325
     Da trapunti girato orli brillanti,
     Dïafano scorrea su la rasata
     Gonna cilestre e d’ermellin listata.

Ai soavi crepuscoli dorati,
     Onde anco il sonno avviluppar dovria330
     Lei serena giacente, ed ai rosati
     Molli sogni d’amor chi la rapia?
     Pure in quei dubitanti occhi infocati,
     Che grave il raggio del mattin feria,
     E in quella fronte di pallor diffusa335
     D’una mesta vigilia era l’accusa.