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selim-bey 115


Anche un istante, e si pentia!. .. Si accorse
     Di quell’assalto di pietà; respinse
     Giù forte il pianto improvocato, sorse,
     Si rampognò, s’inanimì; si vinse!100
     Del vitreo lago sulla sponda ei corse,
     Di più rea pallidezza ivi si tinse,
     E-a che più meco?!-urlò fremendo, e tacque,
     E gittò quella croce in fondo a l’acque.

Sparve fra’ monti il sole — Eccol perduto!105
     L’unico estremo anello egli ha spezzato,
     Che rannodarlo al cielo avria potuto:
     Irremissibilmente eccol dannato!
     Immobil, ritto, ineccitabil, muto,
     Rubello a Dio, mal concedente al fato,110
     Senza pietà, senza terror, senz’ira,
     Ei non pensa, ei non ode, ei non respira.

III


Quando dal suo profondo empio caosse
     Quell’alma fosca e disperata emerse,
     La fronte intorno dubitando mosse,115
     Onde il sudor che giù venìa deterse.
     Crescea la notte, e giù per le commosse
     Onde del lago mormoranti e terse,
     Come lontane e tremule fiammelle
     In vitree zone trasparian le stelle.

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