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sulla eloquenza del foro penale 85

Qui primiera non surse, o qui non sona
     Fra’ viventi idïomi il più gentile?520
     In questo campo, ove sì larga e nova
     Messe di palme ai generosi ondeggia,
     La nostra gioventude entri secura.
     Chè tutte altronde divorò le vie
     Della gloria l’Ausonia, e chi pensasse525
     Rivalicarle, incontreria giganti
     Immortalmente, come l’Alpe, immoti.
     Ed or che tanto per le sorti umane
     Amor fatica i generosi ingegni,
     Onde più chiare ei gitteria faville,530
     Che dalla barra clamorosa, eretta
     A difesa de l’uom? Se la severa
     Età, che volge, ama congiunti il Buono
     Il Bello e il Vero in un potente amplesso,
     Ove più mai che sulle labbra ardenti535
     Del penale orator convergeranno
     Questi tre raggi del divin pensiero?
     Oh come bella e generosa è l’arte
     Ne’ perigli del foro! Oh di qual sacra
     Luce balena! Di sè stessa oblita540
     Per la difesa altrui, quasi ella ignora
     Onde profusamente escan quei lampi,
     Che le scoppiano intorno, allor che balda
     Rompe contro l’accusa. In simil guisa,
     Allor che presa da terror sul primo545
     Unico nato perigliante irrompe,
     Madre animosa e giovinetta, ignora
     I mille vezzi, onde le raggia il volto,