Chi dalla grave, immemore
quiete or mi ridesta?
che virtú nova è questa,
questa che sento in me? 85Moti soavi, immagini,
palpiti, error beato,
per sempre a voi negato
questo mio cor non è?
Siete pur voi quell’unica 90luce de’ giorni miei?
gli affetti ch’io perdei
nella novella etá?
Se al ciel, s’ai verdi margini,
ovunque il guardo mira, 95tutto un dolor mi spira,
tutto un piacer mi dá.
Meco ritorna a vivere
la piaggia, il bosco, il monte;
parla al mio core il fonte, 100meco favella il mar.
Chi mi ridona il piangere
dopo cotanto obblio?
e come al guardo mio
cangiato il mondo appar?
105Forse la speme, o povero
mio cor, ti volse un riso?
ahi! della speme il viso
io non vedrò mai piú.
Propri mi diede i palpiti, 110natura, e i dolci inganni.
sopiro in me gli affanni
l’ingenita virtú;