del tiranno m’accoglia.
E se pur vita e lena 90Roma avrá dal mio sangue, e tu mi svena. —
O generosa, ancora
che piú bello a’ tuoi dí splendesse il sole
ch’oggi non fa, pur consolata e paga
è quella tomba cui di pianto onora 95l’alma terra nativa. Ecco, alla vaga
tua spoglia intorno la romulea prole
di nova ira sfavilla. Ecco, di polve
lorda il tiranno i crini;
e libertade avvampa 100gli obbliviosi petti; e nella doma
terra il marte latino arduo s’accampa
dal buio polo ai torridi confini.
Cosí l’eterna Roma,
in duri ozi sepolta, 105femmineo fato avviva un’altra volta.