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216 appendice
Dimmi, né mai rinverdirá quel mirto
Che tu festi sollazzo al nostro male?
E saran tue fatiche all’aria sparte?
v. 188 e sgg. cr, cb, cf: In eterno perí la gloria nostra
E non d’Italia il pianto e non lo scorno
Ebbe verun confine?
194. cr: e se svegliarti
198. cr: Questa d’eccelse menti altrice e scole
cb, cf: Questa di prodi ingegni...
199. cb, cf: Se d’infingardi è stanca

In cf, alla fine del canto, con riferimento al verso «Vide la patria mia l’ultima sera» è questa nota:

L’autore, per quello che nei versi seguenti (scritti in sua primissima gioventú) è detto in offesa degli stranieri, avrebbe rifiutata tutta la canzone, se la volontá di alcuni amici, i quali miravano alla sola poesia, non l’avesse conservata.


III

Ad Angelo Mai

Canzone terza in cb.


v. 1. cm: Italo ingegno
3. cm, cb, cf: e a favellar
5. cm: Sí gran nebbia
12. cm, cb: Serbaro intatti
14-15. cm: Il cielo e ’l fato, italo illustre? e quale
Tanto avvivar fu degno altro mortale?
15. cb: Valor contrasta il duro fato invano?
16. cm: senza divino alto consiglio
23. cm: Che poi ch’è questo — cb: Che dov’è questa
26 e sgg. cm, cb: Tanto e sí strano e tale
... e degli eroi
Dimenticati il nome si dischiude
O patria, o patria, anco in etá si tarda
Chiedendo se ti giovi esser codarda.
31. cm: Spirti sublimi ancor di noi serbate
Qualche speranza