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meno tutte l’altre (che sono quindici, senza un epitalamio che va con loro), e maggiormente la quinta, la duodecima e la decimaquarta, sono scritte con semplicitá, candore e naturalezza tale, che in questa parte non le arrivano quelle del Sannazzaro né qual altro si sia dei nostri poemi pastorali, eccettuato l’Aminta e in parecchie scene il Pastor fido.
- St. XII, s. 12. ... altrice.
- (v. 198)
Credo che ti potrei portare non pochi esempi dell’uso di questa parola, pigliandoli da’ poeti moderni: ma, se non ti curi degli esempi moderni, e vuoi degli antichi, abbi pazienza ch’io li trovi, come spero, e in questo mezzo aiutati col seguente, ch’è del Guidiccioni1. «Mira che giogo vil, che duolo amaro Preme or l'altrice de’ famosi eroi».
- Ivi, v. 13. Se di codardi è stanza,
- (v. 200) meglio l’è rimaner vedova e sola.
«Solo» in forza di «romito», «disabitato», «deserto» non è del Vocabolario, ma è del Petrarca2. «Tanto e più fien le cose oscure e sole Se morte gli occhi suoi chiude ed asconde». E del Poliziano3: «In qualche ripa sola E lontan da la gente (dice d’Orfeo) Si dolerà del suo crudo destino». E del Sannazzaro nel proemio dell’Arcadia: «Per li soli boschi i salvatichi uccelli sovra i verdi rami cantando». E nell’egloga undecima4: «Piangete, valli abbandonate e sole». E del Bembo5: «Parlo poi meco, e grido, e largo fiume Verso per gli occhi in qualche parte sola». E del Casa6: «Nei monti e per le selve oscure e sole». E del Varchi7: «Dice per questa valle opaca e sola