Ed oggi del suo duca egli su l’orma
movendo, incontro a me fulmini elice
dal casto petto, che da lui s’informa.
— Bella Italia, bel mondo, etá felice, 65dolce stato mortal! — grida tossendo
un altro, come quei che sogna e dice;
a cui per l’ossa e per le vene orrendo
veleno andò giá sciolto, or va commisto
con Mercurio ed andrá sempre serpendo. 70Questi e molti altri, che nimici a Cristo
fûro insin oggi, il mio parlare offende,
perché il vivere io chiamo arido e tristo.
E in odio mio, fedel tutta si rende
questa falange, e santi detti scocca 75contra chi Giobbe e Salomon difende.
Racquetatevi, amici. A voi non tocca
dell’umana miseria alcuna parte,
che misera non è la gente sciocca.
Né dissi io questo, o se pur dissi, all’arte 80non sempre appieno esce l’intento, e spesso
la penna un poco dal pensier si parte.
Or mia sentenza dichiarando, espresso
dico, ch’a noia in voi, ch’a doglia alcuna
non è dagli astri alcun poter concesso. 85Non al dolor, perché alla vostra cuna
assiste, e poi sull’asinina stampa
il piè per ogni via pon la fortuna.
E se talor la vostra vita inciampa,
come ad alcun di voi, d’ogni cordoglio 90il non sentire e il non saper vi scampa.
Noia non puote in voi, ch’a questo scoglio
rompon l’alme ben nate; a voi tal male
narrare indarno e non inteso io soglio.
Portici, San Carlin, Villa reale, 95Toledo, e l’arte onde barone è Vito,13
e quella onde la donna in alto sale,