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382 X. IL PREMO AMORE

Solo il mio cor piaceami, e coi mio core
In un perenne ragiopar sepolto,
Alla guardia seder del mio dòlore.
8585 E l’occhio a terra chino o in se raccolto,
Di riscontrarsi fuggitivo e vago
Nè in leggiadro soffria nè in turpe volto:
Che la illibata, la candida imago
Turbare egli temea pinta ‘leI seno,
9090 Come all’aule si turba onda di lago.
E quel di non aver goduto appieno
Pentimento, che I’ anima ci grava,
E il piacer che passò cangia in veleno,
Per li. fuggiti di mi stimolava
95TutLora -il sen: che la vergogna il duro
Suo morso in questo cor già non oprava.
Ai cielo, a voi, gentili anime, io giuro
Che voglia non m’entrò bassa nel petto,
Ch’arsi di foco intaminato e puro.
100Vive quel foco àncor, vive l’affetto,
Spira nel pensier mio la bella imago,
Da cui, se non celeste, altro diletto
Giammai non ebbi, e sol di lei m’appago.