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XXXIV. LA GINESTRA 639: Per tua cagion, d01l’universe cose Scender gli autori, e conversar sovente Co’ tuoi piacevolmente, e che i derisi 95 Sogni rinnovellando, ai saggi insulta Fin la presente età, che in conoscenza Ed in civil costume Sembra tutte avanzar qua) moto allora, Mortal prole infelice, o qua) pensiero ® Verso te finalmente il coz m’assale? Non so se il riso o la pietà prevale. Come d’arbor cadendo un picciol pomo,. Cui là nel tardo autunno Maturità senz’altra forza atterra, 3B D’un opoI di formiche i dolci alberghi, Cavati in molle gleba Con gran lavoro, e I’ opre E le ricchezze che adunate a prova Con lungo af+aticar l’assidua gente 210 Avea provvidameate al tempo estivo, Schiaccia, diserta e copre in un punto; così d’alto piombando, flall’utero tonante Scagliata al ciel proFondo, 215 Di ceneri e di pomici e di sassi Notte e ruina, infusa Di bollenti ruscelli, O pel montano fianco Furiosa tra l’erba ‘ Di liquefatti massi E di metalli e d infocata arena Scendendo immensa piena. Le cittadi che il mar là su l’estremo. Lido aspergea, confuse