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XXXIV.
LA GINESTRA
O
IL FIORE DEL DESERTO.
Καὶ ἠγάπησαν οἱ ἂνθρωποι |
giovanni, iii, 19.
Qui su l'arida schiena
Del formidabil monte
Sterminator Vesevo,
La qual null'altro allegra arbor nè fiore,
5Tuoi cespi solitari intorno spargi,
Odorata ginestra.
Contenta dei deserti. Anco ti vidi
De' tuoi steli abbellir l'erme contrade
Che cingon la cittade
10La qual fu donna de' mortali un tempo,
E del perduto impero
Par che col grave e taciturno aspetto
Faccian fede e ricordo al passeggero.
Or ti riveggo in questo suoi. di tristi
15Lochi e dal mondo abbandonati amante,
E d'afflitte fortune ognor compagna.
Questi campi cosparsi
Di ceneri infeconde, e ricoperti
Dell’impietrata lava,
20Che sotto i passi al peregrin risona;
Dove s'annida e si contorce al sole
La serpe, e dove al noto
Cavernoso covi! torna il coniglio;
Fin liete ville e colti,