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XXVIII.


A SE STESSO.


    Or poserai per sempre,
Stanco mio cor. Perì l'inganno estremo
Ch'eterno io mi credei. Perì. Ben sento,
In noi di cari inganni,
5Non che la speme, il desiderio è spento.
Posa per sempre. Assai
Palpitasti. Non vai cosa nessuna
I moti tuoi, nè di sospiri è degna
La terra. Amaro e noia
10La vita, altro mai nulla; e fango è il mondo.
T'acqueta omai. Dispera
L'ultima volta. Al gener nostro il fato
Non donò che il morire. Ornai disprezza
Te, la natura, il brutto
15Poter che, ascoso, a comun danno impera,
E l'infinita vanità del tutto.

M. L. 38