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LXXXIV DISCORSO PROEMIALE

l’osservanza di esse norme fosse per derivare a’ suoi canti. Ma poichè i canoni e le norme da lui con l’esercizio dell’arte sua riconosciute le migliori e più sane egli volle sempre fedelmente seguire; poichè con sapienza di criteri e finezza di gusto quali pochi altri possedettero egli seppe sempre servirsi de’ mezzi più idonei a raggiunger la perfezione dell’arte stessa; e sopra tutto potè usare da padrone assoluto dello stupendo strumento del linguaggio, di cui aveva indagate le origini e penetrata a fondo la natura: il critico che s’indugi a rilevare con minuta analisi i criteri, le consuetudini. le proporzioni, l’equilibrio mirabile onde tutti gli elementi filologici risultarono, in séguito a un finissimo lavoro di lima, sapientemente e armonicamente connessi e contemperati per una perfetta espressione poetica e de’ quali l’A. ebbe piena consapevolezza; non potrà dirsi che abbia fatto una fatica pedantesca. Durante la non breve rassegna, con la quale abbiam cercato di mettere in evidenza i procedimenti, siano pure in buona parte d’ordine materiale e contingente, onde si svolse la creazione artistica del nostro A., noi non abbiamo potuto (essendo ciò alieno dl nostro compito) soffermarci a toccare qualcuna delle questioni, relative alla valutazione estetica dei canti leopardiani, più dibattute e più variamente risolte dai critici odierni, questioni che d’altra parte involgono tutta la vita spirituale del Poeta; ma riteniamo che da quanto abbiamo discorso qualche lume possa pur derivare alla soluzione, o al migliore orientamento per risolvere con più sicuri e fondati criteri i detti problemi. E potremo chiamarci ben paghi delle fatiche spese nel procurare il testo, che speriamo possa dirsi ormai definitivo, di queste liriche stupende, se con esso e con le illustrazioni e documentazioni che lo accompagnano, avremo agevolato il non facile compito ai critici che ancora saranno per esercitare i loro ingegni sull’opera di uno de più ammirati e originali poeti che vanti la nostra patria.

F.M.