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discorso proemiale XVII

frontare e seguire l’ediz. Starita, o per scarsa intelligenza del testo1 o per arbitrio ingiustificato,2 si allontana e contraddice all’espressa volontà dell’A.

In riguardo poi ai due canti nuovi Il tramonto della luna e La ginestra, le cose vanno anche peggio. Circa Il tramonto, il R., che pure aveva sott’occhio il testo autografo di esso, incappa nella trascrizione del breve canto in varie sviste,3 le quali ancor più ci confermano ch’egli non fu fedele ed esatto editore delle cose leopardiane; o per lo meno che, non avendo a fondo penetrato la potenza dell’ingegno e la suprema raffinatezza dell’arte del L., quantunque li esati spesso

    anche dopo aver soppressi molti accenti che nell’autogr. napolit. e in B aveva segnati a molte parole per «distinzione» di significato, per questa e poche altre parole invece volle conservato l’accento acuto. — IV. 28: «nefando stile, Di schiatta ecc.» Qui la virgola dopo «stile» non può aver luogo assolutamente, essendo illogica e male ha fatto il R. a conservarla. È vero che dall’ediz. di Bol. ‘24 sino alla Star. inclus. (ed è con ben strana!) si trova conservata questa erronea virgola, nè essa fu tolta nella Star. corr.; ma a ragion logica deve aver bene il suo peso; e, a ogni modo, ci soccorre l’autog. napolit. che il R. aveva pure a sua disposizione, dove questa virgola inopportuna delle stampe manca del tutto. — XXXIV. 214: «al ciel, profondo ecc.». Ecco un’altra virgola errata o piuttosto spostata (giacchè deve stare dopo «profondo» invece che dopo «ciel»), la quale non solo mise fuor di posto in tutte e tre le copie da lui scritte de La gin., ma anche nell’ediz. del ‘45, non accorgendosi dello strano errore che guasta il senso.

  1. Ecco un elenco di luoghi nei quali il R. si allontana dall’espressa volontà dell’A. o per poca accuratezza nel confrontare e seguire l’ediz. Starita o per poca felicità nell’interpretare il senso dell’A.: I. 41; III, 49, 78; V, 48; IX. 12, 19, 46; X, 34, 69; XIII, 23; XV, 93; XVI, 5; XVII, 3; XIX, 146; XX, 109; XX, 59; XXIV, 53; XXV, 31; XXXII, 205; XXXVIII, 2; XXXI X, 71; XLI, 11. — In VIII, 43 e XXXV, 196, il R. si è discostato dalle correzz. a penna d. Starita.
  2. Gli arbitrii commessi dal R. nel modificare di suo capo, e senza alcuna giustificazione, specialmente la grafia e la puntegg. con tanta cura e ponderazione volute dall A., non sono pochi. Vedasi I. 69, 133; II, 32, 64; III, 52; IV. 92; V, 7, 32; VII, 29; VIII, 62; IX, 42; X, 29; XV, 2, 21, 47, 50; XVI. 51; XVII. 36; XIX, 27, 109, 138; XXIV, 24; XXXII, 46.
  3. Delle due copie trascritte dal R. di sull’autografo, la 2ª (ora tra le c. napol.) da noi indicata con la sigla R¹, si allontana dal testo in sette luoghi, tra i quali è un grosso errore al v. 41 («vita» invece di «via»), a 2ª (ora recanatese) da noi indicata con R², se è alquanto più corretta, pure si discosta dal lesto in tre luoghi, cioè: v. 3 «Zefiro» invece di «zefiro» (ma in F45 si ha «zefiro»); 32 «Ch’a se» invece di «Che a se»; 55 «resterete,» invece di «resterete;». E notisi che, mentre ai vv. 109, 112, 208, 233, 279 de La gin., nella 1ª e 2ª copia il R. aveva scritto similmente «Ch’» davanti alla voc. a, nella 3ª correggendo scrisse «Che», appunto come nell’autogr. de Il tramonto aveva scritto l’A.
M. L. **