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scienze; se non che a fronte d’opposizioni sì fiere non iscemarono di coraggio o di fermezza le mie valenti Italiane, che imperturbate lottarono contra il pregiudizio, contra la mollezza e la oziosità, sole, di mecenati e di lodatori quasi sproviste, ma dal desio possente di sapere e di farsi chiare, scortate.

E quanto l’opinione di quel secolo ed il vivere in ozio agiato abbia apportato di danno alla coltura del nostro sesso, ella è incontrastabile verità, chè se non dotte o coltissime tutte, erano però dopo la metà del secolo generalmente ornate di geografiche, d’istoriche e d’aritmetiche cognizioni, e nella musica e nel disegno erano bene ammaestrate, facendosi luogo in molti monasteri all’educare destinati, all’ammissione ancora di maestri esteri, scelti da probe e morigerate persone; e quantunque rinchiuse, le fanciulle delle eminenti classi non restarono giammai digiune di buoni ammaestramenti. Italiane donne, Italiane fanciulle istruivano in Firenze 1, in Modena 2, in Parma 3; stabilimenti furono in Livorno, in Cremona,

  1. Il convento delle Montalve, e quello della Quiete, oltre qualche altro, del quale non saprei render il nome.
  2. Le Salesiane, le quali molti altri monasteri avevano, ancora sparsi per altre città d’Italia; ed il Corpus Domini.
  3. Il Collegio delle Orsoline, casa cui non debbo ricordare senza renderle tributo di riconoscenza e di