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ragionevole apparenza doveva accrescere ognora più l’onor delle lettere; ma il gusto delle opere greche e latine surse gigante, e la platonica, l’aristotelica filosofia, le opere di Plutarco, di Strabono, le istorie d’Erodoto e di Tucidide, le traduzioni di Orazio, di Quintiliano, di Varrone, di Catone, di Columella, le ricerche de’ codici, ed i commentarj, furono gradito pascolo alla mente ed al cuore dei dotti di quella età.
A rinvenire per ogni dove i tesori dell’antichità si adoperarono, dietro l’esempio del Petrarca, Ciriaco d’Ancona, il Guarino, il Filelfo, Pomponio Leto, Paolo II Papa, con molti seguaci co’ quali fecero causa comune, dalla magnificenza di Lorenzo de’ Medici protetti, Pietro de’ Pazzi, il Gaddi, il Poggio Fiorentino, insigni scrittori di libri, e tanti altri cui lungo sarebbe il rammemorare. Conseguenza di questo studio essere doveva quello della storia, che fu illustrata dal Decembrio, dal Vergerio, dall’Accolti, dal Panormita, e dal Crinito, che non soli ai posteri la tramandarono. Il Poliziano, il Pulci, il Tibaldeo, il Bojardo, i due Strozzi furono distinti fra molti altri nella italiana Poesia; ed il Cimbriaco, il Virunnio, il Losco, il Basinio, il Campano fra i latini poeti furono celebri.
Tanto lume di dottrina brillò agli occhi del men forte sesso, gli animi accesi furono d’utilissima emulazione, e la lingua greca e la latina divennero gradito pascolo e familiare per modo, che il