Pagina:Canonici - Prospetto biografico delle donne italiane.djvu/13


9

cuore, o, il dirò pure, da sozza avidità di guadagno; che pur troppo suole ritrarsi maggiore dall’astuto favoleggiare, piuttostochè dalla nuda verità. Ma in Voi, che accogliere non sapreste sì bassi affetti, il crederò prodotto dalla poca conoscenza della lingua e dei nostri dialetti, dalla infedeltà degli uditi racconti, e da esagerato amore di patria, che istigata foste ad illustrare oscurando il nostro nome.

E perchè mai lunge dal lacerare con acerbi detti e con asprissime rampogne amare le Nazioni, non si attengono eglino gli stranieri al moderato narrare del Cantore di Laura, il quale non con veleno asperse le preziose sue carte, nè con odiati colori ritrasse l’industrioso Francese ed il tranquillo Germano, ma d’ogni arte bella, d’ogni scienza e d’ogni costume con molto senno solea pronunziare? Con modesto dire egli protestava »Per sola avidità di vedere ho percorse le Gallie, e mi sono inoltrato fino alle sponde del Reno e nell’Alemagna, osservando attentamente i costumi degli uomini, godendo della vista di sconosciuti paesi, ed ogni cosa paragonando co’ nostri, e benché molte cose magnifiche io abbia ivi vedute, non mi è grave però l’essere nato in Italia; anzi a dir vero quanto più mi avanzo viaggiando, tanto più io l’ammiro”1. Così scriveva quel divino, ammirato da

  1. Lettere famigliari, Fasc. I, Ep. 3-4-5.