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volontà ed in parte anche dall’abitudine. Così noi tremiamo dallo spavento; nel dolore e nel timore la nostra pelle si copre di abbondante sudore.

Fra i vani modi di esprimere i sentimenti, meritano una speciale menzione il pianto, il riso ed il rossore.

I neonati gridano, ma non piangono, ossia i loro occhi non si riempiono di lagrime. Il vero pianto apparisce in epoca assai variabile, ora già all’età di 20 giorni, ed ora soltanto all’età di parecchi mesi. I selvaggi sono come i bambini, piangono per ogni inezia, ed una piccola distrazione li fa passare dal pianto al riso. Un capo dei Neo-Zelandesi sparse lagrime amare, perchè i marinai gli avevano insudiciato di farina il suo mantello prediletto; gli abitanti della Terra del Fuoco passano dal dirotto pianto ad un riso convulsivo, quando vedono un oggetto che li diverte. Anche fra gli abitanti dell’Europa v’ha una differenza per tale riguardo; così si asserisce che gli Inglesi piangono assai più raramente degli altri popoli. È noto del pari che si comportano in modo diverso anche i due sessi; la donna piange più facilmente dell’uomo, e, come si suol dire, certe donne hanno le lagrime in tasca, per metterle in mostra quando che sia. Anche gli alienati piangono per cause leggere, siano reali od immaginarie; così una ragazza malinconica fu vista piangere per un giorno intero, perchè si ricordava di aversi rase, tempo addietro, lo sopracciglia, affinchè crescessero meglio. Certi individui piangono dirottamente tutte le volte che si trovano in istato di ubbriachezza.

Il pianto, per altro, non è sempre prodotto dal