Pagina:Canestrini - Antropologia.djvu/69

Cause fisiche generali esterne. — La pressione dell’aria ha certamente una forte azione sul nostro organismo e può essere causa di malattie. Quando essa è diminuita, ad esempio sopra un’alta montagna, comincia un senso di pesantezza in tutta la persona e specialmente di eccessiva stanchezza muscolare, da rendere faticosissimi i più lievi movimenti, talchè se si dovesse camminare, sembrerebbe che le gambe si rifiutassero. La circolazione del sangue acquista, a grandi altezze, una maggiore rapidità, e con essa va di pari passo il respiro. L’uomo ha però una grande forza di resistenza a tali cambiamenti; così Green si elevò in sette minuti a 11,000 piedi sul livello del mare, e la circolazione e la respirazione non gli si alterarono punto, fino a che non si dette al faticoso esercizio del gettito della zavorra. Esso può anche abituarsi alla vita a grande altezza sul livello del mare, come ce lo provano gli abitatori delle alte montagne.

L’uomo seppe portarsi fino presso e forse oltre ai 7000 metri sul mare, ed è certo che fra 4000 e 5000 metri non sono rare le dimore umane, tanto numerose talvolta da dare origine a dei villaggi, come Hanle (4600 m.) nel Caracorum e Cursoc (4541 in.) nell’Imalaia, anzi a delle vere città, come Cerro di Pasco (4352 in.) e Potosi (4000 m.) nelle Ande. Si potrebbero trovare dei grossi centri di popolazione ed anche di coltura (Messico, Quito, Riombamba, Quenca, Bogota, Cuzco, Lhasa, ecc.), posti a tale altitudine, alla quale necessariamente la pressione atmosferica è di una terza o di una quarta parte minore di quella che si osserva al livello del mare.