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con cifre questi termini che per sè stessi sono generali ed indeterminati.

Per prendere queste misure si ricorre al compasso dello spessore. Oggi ne abbiamo parecchi di questi compassi, fra i quali è molto usato quello del Broca. Allo stesso scopo serve anche il quadro a massima, che è una cornice quadrata di legno, due lati opposti della quale sono graduati e che ha una trasversa, la quale si muove a scorsoio su questi lati graduati.

Non è raro di rinvenire dei cranii naturalmente deformati, prescindendo qui da quelli che sono stati deformati ad arte. Una deformazione molto nota l’abbiamo nel cranio scafoideo, il quale è estremamente stretto e lungo, o conformato a navicella. In questi cranii è obliterata la sutura sagittale, e confermasi in tali casi l’asserzione del Virchow, che cioè per la sinostosi di una sutura lo sviluppo del cranio si arresta in una direzione perpendicolare a quella della sutura che si è chiusa e avviene per compenso un maggiore sviluppo del cranio nel senso della direzione della sutura ossificata. Una forma diversa dalla precedente presenta il cranio ossicefalo, il quale è corto e largo, ed oltre ciò assai alto, di modo che in qualche caso assume l’aspetto di pane di zuccaro. Nell’ossario di San Martino esiste il cranio di un giovane soldato, nel quale la sutura coronale è completamente sinostosata,