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moderna che scaturisce spontanea dalle dottrine intorno alla evoluzione degli organismi.
Per vero dire, le ragioni scientifiche sono tutte dalla parte della seconda teoria; ma i sostenitori della prima invocano la ragione della dignità umana offesa. Ma per poco si rifletta intorno a quest’argomento, non riescirà difficile il persuadersi, che tali apprensioni non hanno fondamento. Per ciò che si attiene alla dignità umana, sembra anzi che la nostra teoria conduca ad un risultato opposto a quello che si è tanto temuto. Imperocchè egli è evidente, che se l’uomo fu fatto direttamente, e d’un solo getto, da un essere supremo, la perfezione, che nell’uomo stesso ammiriamo, non costituisce merito alcuno; mentre d’altra parte le imperfezioni nella sua struttura devono apparire come prodotte da un movimento regressivo. In tale modo, mentre ci sono tolti i meriti, ci vengono addebitati scrupolosamente tutti i demeriti; e la dignità umana non potrà guadagnarvi. Se, al contrario, si ammette il lento e progressivo sviluppo dell’uomo, e con ciò la sua discendenza da uno stipite umile ed imperfetto, la supremazia nella natura da noi raggiunta si presenterà, almeno in parte, come il risultato dei nostri lavori e delle nostre lotte; le perfezioni saranno merito nostro, mentre l’oscura origine sarà giusta scusa delle nostre imperfezioni e dei nostri errori.