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ill. 33 vertebre e quello di 9-10 millim. 38 vertebre. Il tubo midollare, in questi embrioni, si estende fino all’estremo posteriore e quasi altrettanto fa la corda dorsale. Nell’embrione di 12 settimane, lungo 12 mill., le vertebre 38ma, 37ma e 36ma si fondono in un’unica massa, e la 35ma perde i suoi contorni netti. Un embrione di 19 mill. di lunghezza non ha che 34 vertebre e la coda è meno sporgente di prima. Da ciò si deve concludere, che in tempi remoti la coda dell’uomo aveva una lunghezza maggiore dell’odierna, conclusione che è avvalorata dalla osservazione di Leo Gerlach, che descrisse un embrione umano con filamento caudale lungo e liberamente sporgente, e da quella di Ecker che nella regione caudale di embrioni e di alcuni adulti trovò la foveola coccygea.
4.° Il pelo. — La maggior parlo dei mammiferi sono coperti di pelo lungo e sparso su tutto il corpo, restando libere le sole porzioni estreme degli arti; nell’uomo adulto invece il pelo è breve e scarso, eccettuate alcune regioni del corpo molto ristrette. L’embrione umano si avvicina ai mammiferi, perchè tutta la sua superficie, comprese la fronte e le orecchie, è fittamente, nel sesto mese, ricoperta di pelo sottilissimo e lanoso, la così detta lanuggine; ed è un fatto significante che le palme delle mani e le piante dei piedi sono al tutto nude; mentre la lanuggine raggiunge uno sviluppo notevolissimo sulla pelle che riveste il tubercolo caudale che ha un’esistenza fugace.
Questi sono fatti che si rendono più manifesti di molti altri, ma non sono isolati. Si può asserire che ogni organo umano, nel suo sviluppo, percorre degli stadii che rappresentano lo stato normale e permanente di animali all’uomo sottoposti nella scala zoologica. Un bell’esempio ci fornisce il cuore, il quale dapprima è un semplice sacco, come quello di alcuni molluschi inferiori; poi si curva ad S e si divide in tre cavità, come quello dei pesci; più tardi ancora assume la composizione di quello degli anfibi, e solo da ultimo diventa un cuore umano.
Nè la questione deve restringersi all’uomo soltanto. Tutti sanno che gli animali non nascono coi loro caratteri definitivi, ma percorrono una serie di cambiamenti ora più ed ora meno profondi prima di raggiungerli. Perchè questo indugio, o questa preparazione? Noi siamo tanto abituati a cotesto andamento delle cose che non vi pensiamo nemmeno, ma saremmo assai sorpresi se in qualche caso lo sviluppo avesse a mancare.
Il fenomeno dello sviluppo è una delle pietre angolari della teoria dell’evoluzione, di quella teoria che non ammette la creazione separata ed indipendente delle singole specie, ma sostiene che da una forma organica, apparsa in un remoto passato, sieno discese tutte le altre per lenta e graduata trasformazione operatasi nel corso dei secoli traverso ad un numero grandissimo di generazioni.
Per comprendere l’intimo significato dello sviluppo supponiamo che la specie D sia discesa dalla specie C, e la C dalla specie B, e