Pagina:Canestrini - Antropologia.djvu/225

a quella de’ cranii italici delle epoche posteriori.

Cranio antico di Gibilterra. — Trattasi di un cranio antichissimo, senza che si possa esattamente stabilire l’epoca a cui rimonta. Esso presenta parecchi caratteri degni della nostra attenzione. Sono i seguenti:

1.° Il cranio è fortemente dolicocefalo;

2.° Esso è poco voluminoso;

3.° Le pareti sono grosse; lo spessore dei parietali, ad esempio, si eleva a 9 1/2 millimetri;

4.° Le arcate sopracigliari sono assai sporgenti;

5.° La fronte è piccola e fuggente. Il Broca dice: «Ce front est extrêmement bas, et il est tellement petit dans toutes ses dimensions, surtout lorsqu’on le compare à la face, qu’il rappelle celui des singes.»

6.° L’arcata dentaria si restringe verso l’indietro, assumendo la forma di un ferro da cavallo;

7.° Manca la fossa canina che è rimpiazzata da una superficie convessa, carattere che Huxley chiama decisamente scimiesco.

L’insieme di questi caratteri sopra un cranio di alta antichità viene ad appoggiare le idee evoluzioniste.

Cranii di Eyzies. — Lartet padre e figlio studiarono con molta diligenza le caverne del Pèrigord, e più particolarmente quella di Eyzies, dove rinvennero degli scheletri umani dell’epoca del mammouth. I teschi, i quali furono studiati dal Broca, presentano un insieme singolare di caratteri. Broca dice: «Il grande volume del cervello,