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e progressivo incivilimento dell'uomo|prec=../XVI|succ=../XVIII}}-->


Si è creduto lungamente che l’antichità dell’uomo non risalga che a sei mila anni o poco più; ma la geologia ci ha condotti co’ suoi studii ad un risultato ben diverso.

Se vogliamo misurare il tempo che separa il presente dal punto, sino al quale giungono le nostre notizie relative all’esistenza della specie umana, fa d’uopo conoscere la misura che ci viene fornita dal geologo. Questo divide il tempo sinora trascorso dal primo albore della vita in diverse epoche geologiche, per cui distinguonsi l’epoca primaria o paleozoica, la secondaria, la terziaria e la quartenaria. In cadauna delle suddette epoche una fauna peculiare popolava il nostro globo, e pel nostro scopo giova notare che l’elefante meridionale ed il rinoceronte leptorino sono dell’epoca terziaria; mentre l’elefante primigenio o mammouth, la jena spelea, l’orso speleo, ecc., sono specie estinte dell’epoca quaternaria.

L’esprimere con un numero preciso di anni la lunghezza del tempo trascorso, è oggi un’impresa superiore alle nostre cognizioni. Noi non possiamo farcene che un’idea vaga imparando a conoscere le superficie che vennero denudate, e la quantità dei sedimenti depositati. Si è cercato