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fosse continuamente in azione, le razze umane non esisterebbero come gruppi sistematici, e non soltanto la specie umana, ma l’intero regno animale presenterebbe un caos inestricabile di forme.

La legge fondamentale della ereditarietà si è, che tutti i caratteri, senza veruna eccezione, sono trasmissibili dai genitori ai figli. Ma quando si tratta dell’apparizione di caratteri della specie o del genere, nessuno vi presta attenzione; è cosa sottintesa, da tutti preveduta, come il levare del sole ad ogni mattina, e mai avviene che l’uomo generi un essere che non sia uomo. Noi facciamo invece le meraviglie, quando sono ereditati caratteri meramente individuali, come sarebbero un neo in una determinata parte del corpo, od una strana abitudine. Il nostro stupore non è pienamente giustificabile, riposa per altro sull’osservazione che i caratteri puramente individuali non sono spesso ereditati. Imperocchè domina questa legge, che un carattere è tanto più fedelmente trasmesso, quanto più è vecchio; o, con altro parole, i caratteri specifici sono trasmessi più fedelmente degli individuali, i generici più degli specifici, e così di seguito.

Le mutilazioni generalmente non sono trasmesse. Se un uomo perde, a caso, un braccio od una gamba, è sommamente improbabile che i suoi figli abbiano questo difetto, come triste eredità. Se però la medesima mutilazione dovesse ripetersi per molte generazioni, essa potrebbe farsi ereditaria; così si assicura che in Germania gli Ebrei nascono qualche volta in uno stato che rende impossibile la circoncisione,