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una tribù è divenuta forte, impegna battaglia colle vicine, ne limita il numero e l’estensione nello spazio ed anco le distrugge.

È un fatto singolare, che le nazioni civili esercitano un’azione funesta sulle selvaggie, per cui si è detto che l’alito dell’incivilimento è velenifero pei selvaggi. Il fenomeno è molto semplice e molto chiaro, poichè è legge di natura che i forti soppiantano i deboli, e nessuno porrà in dubbio che un popolo civile, il quale sappia valersi della sua intelligenza e dei frutti del genio, debba superare di gran lunga le genti barbare nella lotta per l’esistenza. A questa ragione principale se ne associano altre di importanza secondaria. Anzi tutto, le donne selvaggie sono meno feconde delle civili, poichè debbono sopportare molti disagi e grandi fatiche, essendo tenute in conto più di schiave, che di compagne del sesso forte. A ciò aggiungasi, che le continue guerre fra le tribù, il cannibalismo, i sacrifizii umani e l’infanticidio falcidiano di continuo il numero delle persone, ai quali agenti si unisce ancora il poco valore che il selvaggio attribuisce alla propria vita che egli talvolta sacrifica per ragioni che a noi paiono futili. A modo d’esempio, il Zimmermann racconta che i capi di alcune tribù negre amano addestrare il proprio braccio al taglio delle teste, e che i loro sudditi fanno a gara per essere a questo scopo prescelti e per presentarsi davanti al loro padrone per subire la decapitazione.

Devesi infine considerare, che i popoli civili trasportano fra i barbari le proprie malattie infettive, le quali vi attecchiscono tanto più, quanto è maggiore il sudiciume che circonda i rozzi abitacoli di questi, e quanto più è trascurata ogni