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perchè ambedue si riferiscono al medesimo soggetto, il genere umano, e ciò è tanto vero che taluni considerano l’etnografia come un ramo dell’antropologia; ma sembra utile tenerle distinte non solo in omaggio al principio della divisione del lavoro, ma eziandio pel loro metodo diverso e per la diversa loro indole. L’antropologia, osservando o misurando, studia tutti quei caratteri dell’uomo che hanno un valore sistematico; l’etnografia, oltre che all’osservazione, si appoggia all’archeologia, alle tradizioni, alla storia od alla linguistica. La prima segue il metodo delle scienze naturali, la seconda quello delle scienze storiche e filosofiche; l’una, infine, considera l’uomo come un ordino zoologico, l’altra come un ente sociale.
1. Statura. — La statura, nella nostra specie, è assai variabile. Le differenze sono spesso puramente individuali, altre volte sono intimamente collegate col sesso e colla razza. Ognuno sa, quanto sia variabile la statura nella nostra stessa razza caucasica o mediterranea; e quando questo variazioni si accostano agli estremi, noi parliamo di giganti o di nani.
Così Sesostri era gigante. Il Comte ha calcolato che l’imperatore Massimino aveva un’altezza di 2 metri e 33 centim.; il persiano Artacano era alto metri 2 e 66 cent.; il gigante della Finlandia, che si faceva vedere a Parigi