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alla schiatta de’ Sephardim, che si credono diretta discendenza della tribù di Giuda, mentre gli altri che sono sparsi nel resto dell’Europa si vogliono progenie di Beniamino e si dicono Ashkenazim, ovvero Ebrei germano-polacchi. Differiscono gli uni dagli altri, in quanto che i primi hanno tratti più delicati, più proporzionate le parti del corpo, le estremità fine, il naso bene sviluppato, gli occhi neri, grandi e bene aperti e il cranio di solito dolicocefalo; mentre i secondi hanno il tronco alquanto più lungo, il naso massiccio, la bocca grande, i capelli sovente increspati ed il cranio in maggioranza brachicefalo. Siccome gli Ebrei si sposano quasi sempre fra di loro, così il tipo ebraico si è conservato puro traverso i secoli, e la loro influenza etnica sugli altri italiani è stata assai esigua.

Dai cenni che precedono può rilevarsi, come in Italia esistessero da tempi immemorabili due tipi diversi, i quali nel corso dei tempi vennero più o meno modificati nelle varie regioni dai popoli che vi presero stanza, da che scaturì quella varietà di cranii, di fisonomie, di statura, di proporzioni corporee, di dialetti e di costumi che ognuno può osservare nel nostro paese. Infatti non mancano, a questi riguardi, delle notevoli differenze fra il Veneto, il Lombardo, il Piemontese, il Toscano, il Romagnolo, il Calabrese, il Siciliano, il Sardo, ecc., e tali differenze trovano la loro spiegazione nella storia d’Italia; nondimeno questi ed altri elementi sono oggi riuniti in un’unica nazione, la quale cammina di concerto colle più civili del mondo, e colla simpatia che inspirano le sue liberali istituzioni,