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della superficie terrestre, e quindi è necessario estendere dovunque le ricerche e le osservazioni, e fa d’uopo disporre di vasti mezzi economici o di investigazione. Ma molte regioni del globo sono quasi inaccessibili all’Europeo, e quand’anche questo vi fosse penetrato, non tutte le popolazioni si assoggetterebbero con facilità al suo minuto esame. A queste difficoltà se ne aggiungono altre d’ordine morale. L’uomo, nell’antropologia, deve giudicare sè stesso, e quindi il suo giudizio non è sempre imparziale. A fuorviare le nostre idee vengono anche i pregiudizii e gli errori da molto tempo radicati nella mente dei più; così, ad esempio, si crede che la nostra terra sia il centro dell’universo, e che tutti gli esseri siano stati creati ad esclusivo nostro vantaggio; e del pari si crede che l’uomo sia apparso sulla terra affatto recentemente, circa seimila anni fa.
Il campo affidato all’antropologia, come si vede dalle considerazioni sopra esposto, è di una grande estensione; ma questa scienza non va più oltre di quello che lo consentano i suoi mezzi ed il suo metodo. V’ha però un’altra scienza che completa l’antropologia, ed è l’etnografia. Questa è una disciplina storico-sociale, la quale tratta in esteso del linguaggio dei popoli, della loro vita psichica, degli ordini sociali, come anche dei costumi, dei commerci, delle religioni, dei miti e delle migrazioni. L’antropologia è la base della etnografia, in quanto che fa conoscere l’uomo dal punto di vista zoologico; ed alla sua volta l’etnografia, co’ suoi principii generali, è un valido sostegno della antropologia. Fra queste due discipline regna grande affinità,