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con diligenza, perchè possono servire a distinguere quest’ordine dagli affini, e forniscono anche dei criterii per la classificazione dell’intero ordine. Inoltre la zoologia studia i costumi, le abitudini e gli istinti degli animali, ma nell’uomo questi costumi costituiscono una forte somma di cognizioni che l’antropologo non può trascurare. Di più, anche le malattie, le anomalie e mostruosità fanno parte dell’antropologia, quando sieno considerate in modo comparativo o chiariscano l’influenza delle condizioni esterne della vita sulla nostra specie. Finalmente, come la zoologia segue un dato gruppo animale nel remoto passato per stabilirne l’albero genealogico, così l’antropologo deve occuparsi dell’antichità e delle origini dell’uomo.

Fortunatamente l’antropologia trova un valido appoggio nelle scienze affini, perchè l’uomo è da lungo tempo argomento di osservazioni e di ricerche. Infatti la medicina ha studiato profondamente ed in tutti i suoi dettagli la struttura interna dell’uomo, le funzioni de’ suoi organi, le malattie, le anomalie e mostruosità, per giovarsene nel pratico esercizio, e l’antropologia attinge a questi rami della medicina quei risultati che illuminano la posizione dell’uomo nella natura e ci manifestano delle differenze fra le singole divisioni del genere. La filosofia ha studiato il lato psichico dell’uomo con cura particolare, e l’antropologia si vale dei risultati così conseguiti. Inoltre l’antropologo ricorre alla filologia per farsi un giusto concetto generale delle diverse lingue estinte e viventi.

Ma l’antropologo ha anche difficoltà speciali da superare. L’uomo è sparso sopra una gran parte