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staccato dal capo e dal tronco; la laringe meno prominente sotto forma di pomo d’Adamo. Il torace è più stretto, l’addome più sviluppato, l’ombelico dista più dalla regione del pube nella donna che nell’uomo. Le braccia sono più corte, più rotonde e più grasse nella donna che nell’uomo, le dita più sottili. Le estremità inferiori sono, in proporzione al tronco, più piccole in quella che in questo, in maniera che la regione del pube non divide nella donna il corpo in due parti eguali come nell’uomo, ma la linea divisoria passa al disopra del pube. Il piede è più piccolo e più stretto. Le coscie sono più muscolose. Stante la brevità degli arti inferiori e la larghezza del bacino, l’andatura della donna è più oscillante, ma facile e aggraziata; alla corsa invece la donna è poco adatta.1

Qui sorge la domanda intorno alle cause che possono avere prodotto tali differenze. Alla quale alcuni rispondono, che i due sessi furono creati con questi caratteri loro proprii; ma tale opinione non risolve il problema con metodo scientifico. La teoria evoluzionista, la quale non ammette la diretta ingerenza nella natura di un principio sopranaturale, ricorre ad un’ipotesi per spiegare il fatto succitato, la quale ipotesi si compendia nel termine di «elezione sessuale».

Quando potesse dimostrarsi che l’uomo combatte con altri, suoi rivali, pel possesso della femmina, non sarebbe ragionevole asserire che tale lotta, continuata per molti secoli, sia rimasta senza effetto. Essendo vincitori i più forti ed i

  1. Dei caratteri sessuali del cranio dirò più diffusamene in prosieguo.