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Assai estesa è presso i selvaggi l’adorazione degli animali. Nell’antichità il serpente era adorato in Egitto, nell’India, nella Fenicia, nella Babilonia ed in Grecia; oggidì lo si adora in una gran parte dell’Asia e specialmente in Persia, a Cachemir, nel Tibet, nella China, a Ceylan e presso i Calmucchi; inoltre in alcune parti dell’Africa, come nell’Alto Egitto, nell’Abissinia ed alla costa di Guinea; finalmente presso i Peruviani, gli Aztechi, i Caribi, ecc., dell’America. Molti altri animali sono adorati presso i varii popoli; così in America le Pelli rosse adorano l’orso, il bisonte, il lepre, il lupo e qualche specie di uccello; nel Brasile e alla Plata è sacro il giaguaro. I Samojedi venerano l’orso bianco, gli Ostiacchi l’orso nero. Il bue è sacro nell’India ed a Ceylan, il coccodrillo a Madagascar. I popoli d’Europa hanno abbandonato da lungo tempo il culto degli animali; tuttavia se ne hanno ancora le vestigia. Nel Tirolo, ad esempio, il popolo basso ha una grande venerazione per le rondini, e chi uccidesse uno di questi uccelli si esporrebbe al pericolo di essere ingiuriato. Io non dimenticherò mai il sacro orrore da cui fui preso all’età di dieci anni a Merano, dopo di aver ucciso con un sasso una rondine che trovavasi nel suo nido, poichè m’era stato detto che chi maltratta questo uccello incorre nella disgrazia della Madonna.

Estesa del pari tra i selvaggi è l’adorazione del sole, della luna e delle stelle, come anche quella degli alberi e delle foreste; quella delle montagne e dei fiumi, e quella di singole pietre. Non v’ha, per così dire, un oggetto in natura, di cui il selvaggio non possa fare un fetiscio,