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88 | scelta di poesie filosofiche |
Roma no, che s’oppone
a tutto ’l mondo insieme, a tutte cose;
ma pur le favolose
o vere laudi greche a sé pospone
Venezia, onor di virgini e di spose:
nuota in mar, rugge in terra, e vola in cielo,
pesce, leon alato col Vangelo.
Mostra che ogni cittá di queste si può agguagliare a tutta Grecia, e Roma al mondo. Chi sa le istorie, ne giudichi. Dice che Venezia pure lascia dietro a sé tutte le laudi di Grecia per virtú politica, le armi e dottrine, e per essere miraculosa: ch’è pesce in mare, rugge in terra come leone, e fa l’insegna del leon di san Marco, e tiene il Vangelo, che illumina il mondo.
madrigale 7
Ercole e Giove rubba e gli altri dèi
Grecia e lor gesti d’Assiria e d’Egitto:
e poi l’imprese e nomi anc’have ascritto
a vil Tebani, Cretensi ed Achei.
Tu, che verace sei,
Platon, ciò affermi; e le scienze, ch’ella
falsamente sue appella,
confusi i tempi, e l’istorie da lei
falsificate ammira; e sé novella
mentir non dubbia aver principio e nome
dato alle genti di canute chiome.
Ercole fu libico, dico l’eroe; Giove fu assirio, e gli greci se gli usurpano a sé, facendogli di Tebe e di Candia; cosí gli altri dèi ecc. Platone dice: «Graeci, semper estis pueri», ecc. E che sono novelli, e si fanno autori del mondo; che Pirra e Deucalione, ecc. Questi furono Noè e Rea, ecc. Mira le storie greche fallaci. «Quicquid Graecia mendax audet in historiis», ecc., dice Giovenale. Chi legge sa quanto gli greci hanno rovinato il mondo con le favole loro. Dalle Antichitá di Gioseppe si corregge la perversitá de’ greci ecc.