Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
68 | scelta di poesie filosofiche |
E per men mal Caton s’ammazza; e Bruto
morìa ne’ figli tralignanti, vile
fatto il suo gran sembiante; onde lor fine
die’, qual Marone al suo libro dar volle,
pieno d’error, di sua fama rovine.
Viver per fama infame è vita amara,
morte all’alma preclara,
che, sprezzando, ripara
piú vera vita in gloria. Ove il Nil bolle
s’uccise un elefante, e Neron molle,
e di Sìam le donne non volenti
sopravvivere al vago. A tai piú propia
par morte mutar stato che elementi.
Pensa altri in fama o in ciel vivere a copia.
Pruova quel, che disse, con esempi di quegli che s’uccisero per non viver vita ch’all’esser loro parea morte; e di chi uccise gli figli, perché la vita sua, in quelli sendo a lui dissimile, era morte; e di chi l’opere sue, stimandole erronee, volle estinguere per non morire infame. Quindi si vede che l’autor crede Virgilio aver fatto molti errori nella Eneida e che sperava ammendarli; e nella Poetica esso gli nota. E come la fama infame è simile alla vita vile e servile. Poi adduce esempi di quelli che s’uccidono, perché credono esser piú morte il viver senza quel ben, che posseggono, che morire; o perché si credono eternarsi in fama o in Dio, e perch’Amore nasce dal sapere, secondo che l’uomo sa, vuole ed opra.
madrigale 5
Ma nullo annicchilarsi unquanche intese,
se non alcuni stolti di Narsinga,
che solo in niba credono posarse
senza affanni. Sentenza, che lusinga
chi sommo mal la doglia esser contese,
che a noi guardiana della vita apparse,
e di Natura medicina e sferza.