Pagina:Campanella, Tommaso – Poesie, 1938 – BEIC 1778417.djvu/63


scelta di poesie filosofiche 57


brutto, come il veder infermitá, povertá, ecc. La bianchezza è bella per sé; ma, perché ci ricorda ne’ capegli la vecchiaia e la morte, è brutta; ma non, se ci mostra la prudenza del vecchio. Però le brutte membra di Socrate e di filosofi paion belle a chi considera quelle come segnali di stravagante ingegno; ed in una ninfa sarebbono brutte. Cosí il colore giallo nell’oro è bello e nell’occhio è brutto, perché qui morbo, lá finezza dinota.

madrigale 4

S’ella nota ogni ben, strano o natio,
e principi son Senno, Amor e Forza,
giocondi sempre ed utili ed onesti,
cui le virtú son figlie, e gli altri scorza;
chi piú senno, alta possa ed amor pio
mostra, è beltá piú illustre: ond’i gran gesti,
spontanee morti e cortesie d’eroi
paion sí belli, e mai non son infesti
di savi le dottrine, leggi e carmi,
ond’io posso eternarmi
e l’altrui glorie, e l’armi,
e far gli altri prudenti a viver poi,
son le piú ampie bellezze fra noi.
Bello è la nave o il cavalier armato
veder, in cui piú forze addoppia l’arte;
ma piú Archimede saggio opporsi al fato,
franger le navi e trasvolar, di Marte.

Qua mostra qual è maggior o minor bellezza, perché gli principali beni sono la Possanza, la Sapienza e l’Amore: quelli segnali, che piú additano questi beni, piú bellezza sono. E nota che questi tre primi beni sono utili ed onesti, e piacevoli insieme; e le virtú sono figlie loro, perché alla integritá della virtú si ricerca il potere, il sapere e ’l volere in farsi e bene operare, secondo la nostra filosofia. Dá, per esempio di bontá d’Amore, gli atti cortesi; di Possanza, gli atti eroici; di Sapienza, le dottrine de’ savi; e par che nell’esempio d’Archimede, che fece tanto col senno, anteponga