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46 | scelta di poesie filosofiche |
d’esser vicin piú al primo (ond’è si vago,
ch’anzi odiar sé, che lui può) Bene immenso.
Del Ben il senso amor spira per tutto;
ma alle parti mortai del male il senso,
per parziale amor, l’odio ha produtto.
Come il Primo Essere è Sommo Bene, adeguato oggetto del proprio amore, così ogni secondo essere è adeguato ben del proprio amore; e da qui si scorge che viene dal primo Essere, perché ama esser sempre ed infinito ogni ente, com’è Dio; talché, amando sé, piú ama Dio. Questo è provato in Metafisica. Mostra poscia l’odio nascer dall’amor dell’essere, che fa odiar il non essere, e solo si truova negli enti secondi particulari, che possono non essere. E ’l senso dell’essere spira amore, e ’l senso del male, ch’è il non essere, spira l’odio. «Deus autem nihil odit quae fecit».
madrigale 4
Dio cosa nulla odia, ché affanno e morte
da lor non teme; ma sua vita propria,
da lor partecipata, in sé vagheggia,
tutte avendo per buone. E bench’inopia
di piú sembianza sua nell’alme torte
si dica odiar, e’ non langue o vaneggia,
ch’indi e’ ben non mendica, e n’ha a dovizia
per sempre dar. Ma il suo fato pareggia,
con ta’ detti odii e morti, l’armonia
di sua gran monarchia.
Né ’l mondo a chi ben spia,
odia sue parti; ma prende a letizia
lor guerre e morti, che fanno a giustizia
in altre vite, dove gli è mestiero.
Così il pan duolsi e muore, da me morso,
per farsi e viver sangue, e questo io chiero;
poi muor il sangue alla carne in soccorso.