Pagina:Campanella, Tommaso – Poesie, 1938 – BEIC 1778417.djvu/50

44 scelta di poesie filosofiche

però che dentro a sua infinita spera,
la prima sapienza, ond’io ciò espongo,
previde che potea starvi l’essenza
de’ finiti enti, e disse: — Or vi ripongo. —
Ché Amor, a cui ogni essere è bontate,
ch’al Senno è ventate,
vita alla Potestate,
l’antevista possibile esistenza
repente amò: tal ch’e’, c’ha dipendenza
dal Senno e dal Poter, la volve a loro:
ché Poter e Saper essi non ponno
quel che non vonno. Dunque insieme adoro
Possanza, Senno, Amor, primo ente e donno.

Senza invocazione comincia la canzone d’Amore; e mostra che sia eterno, perch’egli spinse Dio a far il mondo. Perché quel, che era possibile essere, Dio buono amò che fosse, come col sapere avea previso e col potere fece. Onde conchiude che Amor nasce dal potere e dal sapere eternamente, e che il potere e’1 sapere non possono né sanno, se non vogliono: dunque pendono anch’essi d’Amore. Onde si vede che Possanza, Sapienza ed Amore sono un primo ente, ed in ogni ente son primalitá, secondo la Metafisica. Qui ci son sensi mirabili.

madrigale 2

Il perfetto animal, ch’or mondo è, pria
era confusion, quasi un grand’uovo,
in cui la Monotriade alma parente,
covando, espresse il gran sembiante nuovo.
Però necessitá, fato, armonia,
influendo, il Poter, l’Amor, la Mente,
sopiti, sciolse a farsi in membra tante,
natura, fabbri intrinsechi e semente.
Onde ogn’ente è, perch’esser può, sa ed ama.
Non può, ignora o disama