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scelta di poesie filosofiche 41


Chi può arrivar a sapere che non si sa, è puro e beato di natural beatitudine. Però non si può questo sapere dalli altri, ma solo credere, perché non possono farsi lo spirto animale puro, che somministra all’anima infusa da Dio il sapere degli oggetti. Dice che l’arte e gli oggetti affinano il sapere e lo specificano, ma non lo generano, come pensò Aristotile; e questo è in Metafisica disputato. E, come tutti hanno tanto senno, quanto basta ad ubbidir la legge, ch’è sapienza del comune, e però non sono scusati gli impuri. Poi mostra che la sapienza non s’impara né si trasfonde per generazione, poiché gli figli e discepoli delli sapienti ed eroi non sono tutti sapienti e valorosi. Dunque è dono divino travasato per loro.

madrigale 5

La puritá natia dunque si tira
dall’armonia del mondo e d’ogni corda,
che vario suon disserra,
tesa in cielo ed in terra;
e chi sa ingenerarla, a lor s’accorda,
dove, onorato, Dio sua grazia aspira.
Oh felice soggetto,
degno di favor tale,
che Dio in lui di sé goda!
Poscia è felice chi tanto non vale,
se, ascoltando, s’unisce a quel perfetto.
Ma d’ogni ben si froda,
chi nato è impuro e schifa il saggio e schietto.

Assai difficile è a dire come dall’armonia del cielo e della terra e delli secondi enti co’ primi avviene la puritá dello spirto sensitivo, e come si può far generazione perfetta sotto certi luoghi e stelle e tempi, secondo che l’autore scrive nella Cittá del sole. E che Dio, onorato in cercar la sua grazia per ragion naturale da lui seminata, infonde il suo aiuto, ed unisce l’anima immortale a spirito puro, e fa uomini divini. E ch’egli è ottimo e purissimo, chi per sé tutto sa e quel, che non si sa, intende. A questo