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36 | scelta di poesie filosofiche |
madrigale 3
Spirto puro, qual luce, di tutti enti
ben s’inface, e gli intende in quella guisa
ch’essi in se stessi sono;
ed a sorgere è buono
a giudicar, di quel che gli si avvisa,
il resto e gli simili e i differenti.
Ma l’impuro infelice,
qual rossor rosse scorge
le cose, e non come enno,
ed una in altra sembianza mal sorge:
laonde il natural mentire indice,
ma non lo scaltro, un senno
di natura corrotta e peccatrice.
Bisogna ben notare questo madrigale, dove si mostra che lo spirto puro, come luce s’infá («afficitur», vocabolo nuovo) di tutt’i colori e gli rappresenta come sono, cosí egli di tutti gli enti; e però gli giudica come sono, e non sa mentire, né vuole. Ma lo spirto impuro, fuliginoso non si infá se non come egli è infatto; e, come il rosso occhiale rappresenta le cose rosse, e non quali sono, cosi l’impuro le sente, e però è per natura mendace. Ed è segno di natura corrotta e viziosa, quando mente non per industria, bisogno e sagacitá, ma naturalmente in tutte cose suol mentire.
madrigale 4
Chi tutte cose impara, tutte fassi,
qual Dio, ma non del tutto ed in essenza,
com’è la Cagion prima.
Ch’alma di tanta stima
far cose vive sol con l’intendenza
potria, e del spazio comprendere i passi,