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244 poesie postume

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Non ti ricordi in quanti effetti e modi
io t’ho fatto palese il riamarti?
Vuoi che racconti forse, oppur che lodi
che oprato ho quel c’ho piú potuto oprarti?
Or che cagion, che disciogliessi i nodi,
t’ho dato io mai? di che potrai lagnarti,
se non c’hai poco amato e falsamente,
avendo fisso in mille cuor la mente?
9
Fra mille un solo, e quel ch’in tutto ha spento
quel poco amor che simulando andavi.
Ahi! misera infedele, hai ardimento
di rivolger piú gli occhi ove miravi?
Dispergi, ingrata, ogni tua speme al vento,
ché non terrai piú del mio cor le chiavi:
ama gli amanti tuoi, ama quell’uno,
che mostra amarti piú che amò ciascuno.
10
Io piú non amo; anzi, d’amore invece,
odio quanto piú posso, e fuggo e schivo.
Sieguati pur chi vuole; a me non lece
seguirti piú: piú sarò lieto e vivo,
vivo marmo sarò; ché tal mi fece
il tuo tepido amor e semivivo.
Cosí liquido umor suol congelarsi
in duro ghiaccio, e appena può disfarsi.
11
Quest’ultime parole e quest’estreme
note sian fine a quel duello antico;
e, se fia ch’io per altri sudi o treme,
cercarò fede all’amoroso intrico.
Bastami sol, per or, che non mi preme
cura d’Amor, ma me di me nutrico.
E veggio ben c’ho navigato invano;
amai sol ombre, e fui dal ver lontano.