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scelta di poesie filosofiche 169


madrigale 9

Canzon, di’ al Poter Primo
che per mancanza sua sto in tal paura,
che meditar non posso la Scrittura.
Traggami da questo imo
inferno. Ed in effetto,
se tutto il mio soggetto
ei non sará, me stesso empio condanno
da mò al perpetuo lagrimoso affanno.

Scrisse nella fossa questa canzone, e non tanto lunga quanto quella d’Amore e del Senno, perché stava quasi disfatto. E promette, uscendo, complire; e n’è uscito otto mesi dapoi, se bene ci stette tre anni ed otto mesi. Non so se ha poi serbato questo voto, se bene so che in Metafisica scrisse assai della Potenza e di Dio cose altissime.

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Della Providenza

SONETTO

La fabbrica del mondo e di sue parti,
e di lor particelle e parti loro
gli usi accertati, il mirabil lavoro
pòn saggio autor buon senza fin provarti.
Poi gli abusi de’ bruti e di nostre arti,
de’ mali il gaudio e de’ buoni il martoro,
l’errar ciascun dal fine, a me ch’ignoro,
dicon che ’l Fabbro dal Rettor s’apparti.
Possanza, Senno, Amor, dunque, infinito
commette altrui il governo e si riposa:
dunque si invecchia o si fa negligente?