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160 | scelta di poesie filosofiche |
madrigale 7
Chi schernisce i decreti, ovvero ammenda,
o col peccato scherza,
o di quel gode, o per la prima sferza
da errar non fugge piú che dal colúbro,
o l’occulta giustizia non gli è orrenda;
costui misero intenda
ch’è preso all’ami; e que’ ch’al lido Rubro
ostinati perîr, giungi al mio esempio 1.
Quanto ha il peccato in sé bruttezza e puzza
pria non conosce l’empio,
che, qual Antioco, inverminisce e puzza 2.
1. Grande avvertimento e chiaro.
2. Mira quando uno empio arriva a conoscer il peccato.
madrigale 8
Ma tu quei miri, che peccano impune,
lieti e tranquilli sempre;
ma non penetri le segrete tempre
dell’uomo interior, e però sparli;
ché forse è di quel mal, che pensi, immune;
o pene ha piú importune,
sdegno, sospetto, zelo, interni tarli;
né guardi il fin, né le divine ire,
quanto piú tarde, tanto piú gagliarde.
O ciò ne forza a dire:
— Necessario è l’inferno, che sempre arde. —
Nota che non segue, perché non si vede la pena de’ malvagi, che però ella non ci sia, sendo o occulta o futura; o e’ non sono’ tristi come a te pare. O vero questo è, perché conosciamo che ci resta la giustizia dell’altro secolo, e crediamo l’inferno, ecc.