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104 | scelta di poesie filosofiche |
E te, Mercurio, che l’impresa assumi
di promulgar, qual pronto segretario,
quel che poi leggi nell’eterno armario
giá statuirsi ne’ possenti numi;
sul merigge d’Europa nel tuo giorno,
nella decima casa, eccovi in corte;
e ’l sol vosco consente in Capricorno.
Oh, voglia Dio ch’i’ arrivi a sí gran sorte,
di veder lieto quel famoso giorno
c’ha a scompigliare i figli della morte!
Il 1603 si compone di sette e nove centinaia, numeri fatali, e del tre, numero perfettissimo, quando questa congiunzione si fece, e prima la dipinse l’autore. Vedi il pronostico di questo, che fu la revoluzion della nativitá del Messia; e si truova nel xv capitolo de’ Profetali.
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La detta congiunzione cade nella revoluzione
della natività di Cristo
Del spazio immenso a’ siti originali,
del ciel stellato i cardini congiunti
(donde or per molti gradi son disgiunti),
eran di Cristo nelle ore natali.
Mutava l’anno e i secoli mortali
Febo, di Capricorno ne’ due punti,
dov’ora il veggo; e nel primo raggiunti
trigono i lumi erranti principali.
In nobil segni han l’assidi, e ’n consiglio
seco han Mercurio; e presto vien piú grande
a lor poi Marte a ponere scompiglio.
Ecco ceder le sètte empie e nefande
al primo Senno; e, s’io fuor di periglio
sarò, predicherò cose ammirande.