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scelta di poesie filosofiche | 71 |
che senz’essi piacer mai non fu visto.
Se piace l’acqua all’egro, onde è piú tristo,
giova al spirto, o alla lingua ove ha angoscia;
ma, perché énno assai parti, se a piú noce,
s’ammalan tutte per consenso poscia;
ond’essa perde d’utile la voce.
Distingue il ben esterno in utile ed onesto, e mostra che ’l giocondo esce da loro, posseduti in re od in spe. E che non si distinguono, come pensò Aristotile; e che non si truova gioconditá senza utile in qualche maniera. E lo pruova per esempio dell’infermo. E che il male, ch’è nel ben giocondo, è per accidente, non per sé; ma la voluttá è buona per sé, in quanto è sapor dell’essere, che per sé è l’ottimo.
madrigale 8
La dolorosa vita non si fugge,
se non in quanto è morte: ch’essa doglia
senso è del mal, ch’almen morte minaccia,
o fa, alla parte dov’è: benché soglia
tutte serbar, se ’l mal qui unito strugge.
Onde i dolori il senno accorto abbraccia
per gioire, e molto mal per piú gran bene,
e ’l ben per mal, se piú di mal procaccia.
Viver dunque secondo il senno insegna
felicitá si tegna;
per cui saper convegna
tutte le cose che ’l mondo contiene,
quanto fan di timor, quanto di spene.
Ma, perché manca ogni conservamento,
ché noi siam parti per lo tutto fatte,
e per Dio il tutto, il senno amante, intento,
per farsi divo, a quanto può combatte.
Che se la voluttá non per sé s’ama, né anche per sé si fugge il dolore, se non in quanto è morte al tutto o alla parte dolente;