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scelta di poesie filosofiche | 55 |
madrigale 2
Bellezza dunque è l’evidente segno
del bene, o proprio all’ente in cui risiede,
o di ben ch’indi può avvenire a cui
par bello, o d’ambi, e d’altri può far fede.
Ecco, la luce del celeste regno,
beltá semplice e viva, mostra a nui
gran valor, che gli avviva e giova a tanti:
sol brutta all’ombra, bel degli enti bui.
Di serpi e draghi il fischio e la bravura
e la varia pittura
a noi ci fan paura,
gli rendon brutti, e tra lor belli e santi.
L’umiltá di cavalli e di elefanti,
segnal di servitú e di poco ardire,
fa brutta a loro, ma a noi bella vista
del poter nostro e ben di lor servire.
L’altrui virtú al tiranno è brutta e trista.
Che bellezza sia segno del bene che sta dentro il bello, o del bene ch’ad altri può recare, o di tutta e due, come quella della luce; o del bene strano, come la ferita è segno del valor del feritore. E però questa bellezza non è se non rispettiva, come le serpi sono belle alle serpi, a noi brutte; e gli cavalli mansueti a sé fanno