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52 | scelta di poesie filosofiche |
E, perché si sente pur gioia, che la Natura prepose a questo atto per ésca, viene a cader in error piú grande, perché stima esser fin d’Amore la bellezza, la quale è mezzo, saggio ed ésca al vero fine, che è il bene della conservazione. Né può la legge umana dissuadergli questo gusto vano senza frutto di prole, che ci immortala. Ma il Senno, vedendo che Amor tende all’immortalitá, ci china l’ale poi per arrivar ad eternarsi in un altro modo e con veritá, la quale in queste ombre del viver per successione noi andiamo cercando.
madrigale 10
Visto gli eroi e filosofi piú pruove
che ’l cibo e ’l generar fallano spesso,
e ’l figlio tralignante perdé al padre,
invece di servar, l’esser commesso,
punti d’amor divin (cui par che giove
piú propagar le cose piú leggiadre),
sprezzar la parte per lo tutto; e ’l seme
pria in tutti gli enti la bontá lor madre
mirando, amando, han sparso, e la sembianza
di lor senno e possanza,
di Dio ampliati a usanza,
in tutto almen l’uman genere insieme,
in detti, in fatti ed opre alte e supreme.
E preser l’alme belle ad impregnare
di lor virtú, che trae di vaso in vaso
lor vita, ma pur manca a lungo andare,
ché solo Dio resiste ad ogni caso.
Dice che, vedendosi mancar la conservazione in sé o ne’ figli, perché tralignano o non gli potremo avere, gli filosofi e gli eroi si consultâro ad eternarsi in fama, e fecero gesti eroici e benefici immortali al mondo, scrivendo, dicendo ed operando cose grandi. Talché lasciâro la sembianza loro, non ne’ figli, ma nelle memorie, e l’amplificâro per tutto il germe umano, e pigliâro figli di virtú, e non di carne, ad allevare ed amare; li quali eter-