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scelta di poesie filosofiche 51


non fossimo composti: per questo la natural Sapienza divise l’animale in maschio e femmina, servendosi del caso (ché la femmina a caso nasce, intendendo sempre la natura fare il piú perfetto, ch’è il maschio), mirando all’arte divina, che nel mondo pose cielo e terra, maschio e femmina. E cosí mostra come, per lambicciuoli de’ vasi genitali, natura trasmanda il seme dall’uno all’altro, che poi si fa un simile a’ generanti, e gli rende immortali per successione della prole, la quale per tal causa è piú amata ch’amante; ed amor discende e non ascende. Poi mostra come Amor, sentendo la gioia della conservazione nell’atto venereo, si scorda del Senno, onde nacque; come fan gli altri figli dell’inopia, che sono l’avarizia, ambizione, fame, che per poco senno sono vizi, e col senno sono virtuti.

madrigale 9

Però, dovunque Amor del suo ben scorge
segnale alcun, che «bellezza» appelliamo,
pria che lasci pensar s’ivi s’asconda
il ben che ’l serva, accorre; e qui pecchiamo,
ché fuor di tempo e luogo, o piú o men porge
l’idea vitale, o in terra non feconda;
dove, pur, preparata al gran fin, gioia
sentendo, in piú error grande si profonda,
ch’ella d’Amor sia oggetto e fin sovrano,
non saggio e ésca e mezzano
del viver sempre. Ah insano
pensier, che ogni viltá produce e noia!
Né cieca legge smorza tanta foia;
ma il gran Saper, d’Amor viste ir l’antenne
al non morir, il che fra noi mancando,
all’alto volo gli veste le penne
d’eternitá, ch’andiam quaggiú cercando.

Come Amor, seguendo la bellezza, segnale del bene che ci conserva, senza far giudicio del male in quello nascosto tra ’l bene caduco, corre a quello; e qui si pecca, perché si getta il seme fuor di tempo, o di luogo, o del vaso in cui si fa la generazione.