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annotazioni 281


scoperta la cospirazione del C., in qualitá di commissario, luogotenente generale e capitano a guerra nelle Calabrie: uno dei piú fieri persecutori del C., insieme con Luise Xarava del Castillo, avvocato fiscale.

N. 2. — Cfr. salmo 128, di cui il son. è imitazione. Pel v. 6, «fabricando processo con processo», cfr. Am., Cong ., i, 36.

N. 3. — «Siamo alle prime settimane del dic. 1599, al tempo del massimo fervore nel processo della congiura pe’ laici» (Am., Cong., ii, 91). — V. 9: Maurizio de Rinaldis, capo sècolare della congiura, «dopo il Campanella — dice l’Amabile, o. c., i, 169 — il soggetto piú importante in questa faccenda». Ventisettenne, apparteneva a una delle piú nobili famiglie di Stilo; ricco, assennato e prudente, e insieme pronto, audace; fuoruscito dal 1598 «per certe pugnalate», come fu deposto nel processo: si può dire il braccio di quella cospirazione, di cui il C. fu la mente. Al C. devotissimo, invano, con suo rischio e audacia grande, si adoperò, appena scoperta la congiura, a trarlo con sé in salvo. La prima istruttoria del processo di congiura fu iniziata a Catanzaro e continuata a Squillace dallo Spinelli e dallo Xarava nell’ottobre del ’99. E li Maurizio ebbe «torture enormi, alle quali se ne aggiunsero poi altre non meno atroci» a Napoli: dove uno dei suoi giudici attesta di lui: «per septuaginta horas tortus et nihil confessus» (Amabile, Cong., i, 334-5 ). Carlo Spinelli tuttavia lo condannò giá in Calabria «a esser segato vivo tra due tavole». Mancato tuttavia il tempo all’esecuzione, fu condotto cogli altri a Napoli, dove fu ripreso il processo. Ed ebbe per due volte il tormento della veglia nei primi di dicembre, e fu condannato alla forca. Soltanto quando fu sotto il patibolo, il 20 di quel mese, per scrupolo di coscienza, dichiarò di voler rivelare ogni cosa. E cosí la esecuzione fu sospesa. Fece allora deposizioni gravi contro il C. e i suoi compagni, e fu giustiziato il 4 febbraio 1600. Questo sonetto e il madrigale seguente sono anteriori evidentemente al 20 dic.; come il madr. n. 5 è certo posteriore per lo meno di qualche giorno a quella data. «Il mostro di Granata» è lo Xarava: oriundo di Granata lo dice il C., «con ogni probabilitá per rilevarne il moresco core» (Amabile, Cong., i, 127-8). Cfr. n. 7, p. 223. I «doi germani» del v. 12 sono i fratelli Dionisio e Pietro Ponzio.

N. 5, ult. v. — Allusione al momento in cui Maurizio mutò contegno e si dispose a rivelare.

N. 6. — Segni della rinnovazion del mondo, che egli andava